Il ragtime non può uccidere

Voglio portare avanti la causa del programma radio più bello del mondo – Per favore parlate al conducente – nota: lo fanno su Radio 2.
Posto segnato che la prima volta che l’ho ascoltato erano su un vero pullman in Piazza del Popolo a Roma, ed ho creduto che avessero continuato a farlo su un autobus prima di capire che erano in uno studio radiofonico di registrazione, se leviamo questo inganno che ho protratto a lungo nella mia mente prima di scoprire la verità, non c’è nessun’altra pecca.

C’è la Triband, pianoforte sassofono e voce che improvvisano in diretta, e il conducente che sembra un personaggio della Disney, fa commuovere e fa ridere contemporaneamente. Leggono poesie e brani di libri famosi – la Cultura con la C maiuscola, che è bandita dalla televisione italiana e che inaspettatamente BAM! eccola lì sulla radio nazionale. Non ti devi impegnare completamente a guardare quello che fanno, puoi immaginare molto di più, e tirarti su di morale perché c’è ottimismo in questo Paese.
Per non parlare del fascino della diretta e della possibilità di interagire con il presentatore via Facebook, Twitter, SMS e – udite udite! – via POSTA e FRANCOBOLLO. Il passato e il futuro.

La radio è il mezzo di comunicazione di massa più vecchio di tutti, è la tecnologia più umana che abbiamo. Potrete trovarlo banale quanto vi pare, ma l’idea che spostandomi in giro per la stanza capto un segnale diverso e faccio interferenza mi stupisce tantissimo – la prima interattività della storia umana, altro che Internet.
Ogni giorno una parola a tema, che è il percorso del viaggio.

O quasi, ogni giorno. C’è stato un periodo di felicità estrema in cui il programma era giornaliero! – Ma da Lunedì mi toccherà aspettare il Sabato e la Domenica, dall’una alle due.
Prima tornavo a casa, e la sera, a mezzanotte o giù di lì, c’era la replica della mattina, ed io gongolavo.

Ora non sarà più.
Sabato e Domenica, vi aspetterò con ansia.

Pubblicato da Unagna

Sono un pigmento colorato che svolazza nella notte. Qualcuna che cerca di essere variopinta in un mondo che scolora.

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